















World Cup a Lublino
Italia d’argento
Nel giugno del 2007 l’Italia partecipa alla 2.a edizione della World Cup della FIMBA in Polonia, a Lublino. Si chiama World Cup, ma all’appello mancano le formazioni sudamericane, di solito molto numerose. Il motivo? La crisi economica comincia a farsi sentire, sicché la rassegna mondiale diventa una rassegna europea. Ponzoni ha messo assieme una squadra bene assortita, ma con giocatori quasi per intero nuovi rispetto alla formazione che nel 2006 ha vinto il titolo Europeo a Amburgo. Gli azzurri devono vedersela contro avversari molto agguerriti: Polonia, che ha il vantaggio di giocare in casa, Ucraina, Lituania, Lituania e Russia. Fra i convocati mancano nomi importanti, a cominciare da Riccardo Morandotti e Claudio Bonaccorsi. Inoltre prima della spedizione in Polonia la formazione azzurra non ha fatto allenamenti, e in breve l’Italia non parte favorita I giocatori provengono da svariate regioni, ma a Ponzoni, ottimo organizzatore, basta un allenamento a Lublino per dettare un paio di schemi ai giocatori e farne una squadra vera. Fra gli azzurri ce n’è anche uno di origine argentina, Alejandro Almandaris, che ha il passaporto italiano per aver lavorato molti anni in Italia. Esordisce con gli azzurri del maxibasket il giuliano Marco Tirel, che diventerà punto fisso della nazionale italiana per molti anni, fino a diventare l’azzurro più medagliato in assoluto. Il primo ostacolo è tosto, la Polonia. Ma, mano a mano che passano i minuti gli azzurri acquistano sempre maggiore fiducia e finiscono con lo smentire il pronostico vincendo. In regia
Matteucci (ex Rieti) mette ordine e distribuisce assist, ben coadiuvato dal veloce Armandaris. Lavorano bene le ali Tirel e Trubbianelli e Zonca rispolvera il suo tiro da tre. Ma la rivelazione è il pugliese Donato Avenia, che si fa ammirare come tiratore scelto, piazzando bombe su bombe. Dopo la Polonia ecco l’Ucraina. Gli azzurri replicano il gioco fluido del giorno prima e ben presto mettono in difficoltà gli ucraini, più alti e grossi ma più lenti e con minor fantasia degli azzurri, che colpiscono bene in contropiede. Avenia imperversa e Ponzoni gli dà una buona mano nel tiro da tre. La partita finisce con un’altra vittoria degli azzurri che si fanno ammirare per la qualità del gioco. Purtroppo si infortuna Matteucci in un tuffo da kamikaze sul parquet per recuperare un pallone. Torna dal Pronto Soccorso con un occhio semichiuso e con la testa bendata. Ma ci vuole altro per abbattere gli azzurri, che affrontano a viso aperto la forte Lituania, guidata dal mostro sacro Kurtinaitis, parecchio più anziano dei nostri, ma molto temibile. La differenza di età rientra nella formula della World Cup: possono parteciparvi con una sola rappresentativa di giocatori (non importa di quale età) le nazioni che hanno vinto almeno una medaglia d’oro. I nostri azzurri si fanno fotografare con Kurtinaitis, ma una volta in campo rendono la vita difficile a lui e ai lituani. Matteucci, con testa bendata e occhiali protettivi, è in campo, e anche con un occhio solo riesce a pescare i compagni ai quali distribuire assist. La squadra azzurra ormai è ben rodata e sciorina il suo gioco, che ha conquistato anche il pubblico: dagli spalti i polacchi tifano a suo favore. La vittoria sui lituani schiude le porte alla finale con la Russia. Che è uno squadrone, con elementi più alti, più grossi e più esperti degli azzurri. E tuttavia la partita rimane in bilico per parecchio. Avenia, che risulterà capocannoniere del torneo, e Ponzoni sono in vena e mettono assieme un buon bottino con le bombe da tre. Almandaris fa valere la sua velocità in contropiede, Tirel, Cefis e Trubbianelli si battono come leoni contro i giganti russi. L’Italia insegue da vicino ma non riesce a colmare la differenza con i forti russi. Resta il ricordo di un’ottima partecipazione azzurra, elogiata dai tecnici presenti per il gioco messo in campo. Succede talvolta che una squadra, un po’ per caso, un po’ per magia, riesca a trovare coesione e fiducia anche senza preparazione: è stato questo il segreto dell’Italia a Lublino in una manifestazione che per parecchi anni non si ripeterà.
Ecco infine la formazione azzurra: Peppe Ponzoni, Lionello Matteucci, Alejandro Almandaris, Johnny Zonca, Umberto Acerbi, Gabriele Trubbianelli, Marco Tirel, Domenico Cefis, Donato Avenia. Allenatori Ponzoni e Mario Natucci
Mondiali 2007 in Portorico, delusione doppia
L’Italia partecipa con due squadre ai mondiali in Portorico, paese piccolo ma dove il basket ha un’enorme diffusione e che a questi mondiali schiera ben 20 formazioni fra uomini e donne. Sono in lizza l’Italia Over 40 made in Friuli e l’Italia Over 45 di Peppe Ponzoni. Entrambe arrivano in Portorico con due brillanti argenti: i friulani Over 40 con il secondo posto conquistato ai mondiali 2005 e gli Over 45 di Ponzoni che poco più di un mese prima si sono piazzati alle spalle della Russia nella finale
della World Cup.
La rassegna portoricana registra un record di partecipazioni: ben 133 le formazioni iscritte, fra maschili e femminili, proveniente da 26 Paesi. A questo record si aggiunge alla categoria fino ad allora più anziana (la Over 65) la novità della categoria Over 70.
L’Italia – Friuli Over 40 porta al via la formazione di Udine che si é laureata campione d’Italia Master e che ha conservato l’ossatura di quella che ha brillato nella trasferta neozelandese.
La nazionale azzurra Over 45 invece è completamente diversa da quella ammirata nella Coppa Mondiale di Lublino e recupera buona parte degli elementi protagonisti dell’oro mondiale ad Amburgo. Peppe Ponzoni, che ancora una volta riveste il ruolo di allenatore.
Ecco la formazione dell’Italia Over 45: Mauro Procaccini, Simone Lottici, Umberto Acerbi, Claudio Sanchioni, Pablo Persichetti, Umberto Cappelletti, Nereo Gregorat, Roberto Terenzi, Vittorio Gallinari, Peppe Ponzoni e Nino Pellacani. Fra i convocati non è riuscito a partire per il Portorico Dan Gay, sostituito in extremis da Nino Pellacani. Fra gli azzurri esordisce un assessore comunale: è l’architetto Cappelletti, cui è sono stati affidati i Lavori Pubblici della sua Cantù.
Esordisce in panchina il medico, dr Max Barbieri, che è anche un ottimo fisioterapista.
Questa la formazioni dell’Italia Over 40 made in Friuli: Roberto Bullara, Franco Panama, Giampaolo Graberi, Claudio Starc, Eros Meden, Roberto Daneu, Sandi Rauber, Massimiliano Turella, Tiziano Lorenzon, Beppe Valerio e Gianfranco Compagnon. Allenatore Bruno Della Rosa.
Sulla carta le due formazioni italiane sono forti e sono comunque pronte per le sfide del mondiale.
L’Italia friulana Over 40 rompe il ghiaccio con una vittoria squillante contro il Cile per 75 a 39. Coach Bruno Della Rosa ne approfitta per ruotare tutti i giocatori. Il punto di forza è l’affiatamento. Bullara centra 5 triple e chiude la gara con 21 punti.
Decisamente più dura la gara con la scorbutica nazionale di Panama. La spuntano i friulani 82-71 dopo una partita dura permessa da un arbitraggio fin troppo permissivo. Gli azzurri made in Friuli devono anche subire il tifo rumoroso a favore dei centroamericani. Ma né spintoni, né tifo fermano la maggior classe dell’Italia, che nel terzo quarto vanno in fuga. Bullara, marcatissimo al limite del regolamento (e anche oltre), beffa gli avversari segnando 35 punti (7 le sue triple) e candidandosi al titolo di capocannoniere.
Contro i padroni di casa di Portorico, però, la musica cambia. Una musica stonata, che esce dai fischietti degli arbitri, casalinghi fino all’indecenza e alla sfacciata impertinenza, visto che alla fine della gara sono usciti con i pugni alzati in segno di vittoria. Punteggio finale: 96-86 per i portoricani, che accedono alle finali dal 1° al 4° posto, lasciando L’Italia nelle semifinali dal 5° all’8° posto.
Il mondiale degli ital-friulani in pratica si è arenato qui. E non è finita. Per Bullara,
Lorenzon & C. arriva un altro colpo mancino, nell’àmbito di un’organizzazione da Banana Republic. I nostri Over 40 non sono stati avvertiti dagli organizzatori che la partita con la Repubblica Ceca era stata anticipata per esigenze televisive. In fretta e furia, col boccone sullo stomaco, hanno voluto presentarsi ugualmente alla gara. Finisce 89-75 per la Repubblica Ceca, e i friul-azzurri sono costretti alla finale per il 7° e 8° posto contro il Cile. Ma i cileni fanno in fretta le valigie, e l’Italia vince per rinuncia 20-0 precipitando dall’argento del mondiale in Nuova Zelanda al 7° posto portoricano. La delusione è cocente, e la nazionale del Friuli non si ripresenterà più nelle competizioni internazionali FIMBA.
L’Italia Over 45 di Peppe Ponzoni esordisce contro il Brasile, un vero squadrone, che ha le sue punte di diamante nel centro Israel e nel cecchino Gerson. Sono proprio i siluri di Gerson che alla lunga affondano la nave azzurra, campione d’Europa uscente. Finisce 83 – 65. Gli azzurri non riescono quasi mai a controbattere, anche perché nella squadra c’è poco amalgama. L’Italia riprende la rotta giusta nella partita seguente contro la Russia B (composta quasi per intero da siberiani) vincendo per 67 a 58. Più veloci degli avversari, gli azzurri accumulano 10 punti di vantaggio nel primo quarto, che nell’ultimo quarto diventano 18. Qualche palpitazione nel finale, perché i siberiani dimezzano lo scarto, poi via lisci verso la vittoria. Top scorer è Tonut con 17 punti, seguito da Cappelletti con 10.
Si arriva così alla sfida con la Russia A, decisiva per l’approdo alla zona medaglie (finale dal 1à al 4° posto). Gli azzurri, secondo nel girone C, devo battere la Russia A, prima del girone D. La Russia A è una signora squadra, forte in tutti i reparti, con due ex nazionali, entrambi di 2 metri e 10 (Grishaev e Sukhares) e ottimi elementi dell’Armata Rossa, fra i quali il cecchino Potuopov.
I nostri tengono bene nel primo quarto, ma nel secondo e nel terzo subiscono pesantemente fino ad accusare 22 punti di distacco. Nell’ultimo il quarto pressing asfissiante degli azzurri costringe i russi a perdere palloni su palloni. Finisce 76 a 71 per i russi. Ponzoni è il top scorer con 20 punti, seguito da Procaccini e Tonut con 15 ciascuno. A questo punto non resta che lottare nella finale dal 5° all’8° posto.
L’Italia Over 45 è comunque stata danneggiata dagli organizzatori già in partenza. Col titolo di campione d’Europa, le è stato inspiegabilmente negato il ruolo di testa di serie, ed è stata inserita senza nello stesso girone del Brasile campione del Sudamerica e testa si serie nonché favorito per la vittoria finale.
Nel mezzo disastro azzurro spunta però una splendida notizia per il maxibasket italiano perché Peppe Ponzoni è stato nominato MVP, miglior giocatore di maxibasket al mondo nonché ambasciatore del maxibasket. Oltre a essersi fatto ammirare come giocatore e allenatore, Ponzoni si è fatto apprezzare come organizzatore (del resto è il suo mestiere), sicché all’Italia è stata assegnata l’organizzazione dei campionati europei 2008 a Pesaro, non a caso la città di Ponzoni.
Nella decisione della Fimba forse c’è stato l’intento di rimediare all’ingiustizia patita dall’Italia, privata cervelloticamente del ruolo di testa di serie a opera dei maneggioni
portoricani.
In qualche modo, comunque, Ponzoni salva l’onore del maxibasket italiano.
A caccia del 5° posto, l’Italia Over 40 affronta l’Argentina, squadra non irresistibile che schiera però due americani di colore naturalizzati. Il play Procaccini distribuisce assist in serie a Ponzoni (top scorer azzurro con 16 punti), a Tonut (14) e a Lottici (10). Finisce con i gauchos travolti per 80 – 61).
Più dura la gara successiva con la Slovenia, guidata dal pivot Slavko Kotnik, uno dei migliori centri visti nelle competizioni Fimba. Gli azzurri alla metà del terzo quarto si trovano in vantaggio di 7 punti. Poi cedono allo strapotere di Kotnik, top scorer della gara con 33 punti. Punteggio finale: 97 – 93. Lottici (29 punti) è il miglior marcatore azzurro, seguito da Cappelletti (17).
Cala il sipario sui mondiali più sfortunati dell’Italia. Ponzoni, che d’ora in poi sarà solo giocatore nella categorie sempre più anziane, vuole cambiare decisamente registro, ed è alla ricerca di un allenatore di prestigio.