











































Azzurri Over benefici a Livorno
Nel febbraio del 2011 gli azzurri Over 40 di coach Bucci sono protagonisti di una serata di basket e di beneficenza nell’ormai storico Palamacchia. Beneficenza sì, ma quando c’è di mezzo la gara, non fanno regali o sconti a nessuno. E così i ragazzi livornesi, un bel gruppo di ventenni e teen-agers scattanti e ben impostati, hanno subìto una lezione da parte dei maturi azzurri. Fantozzi contro Fantozzi – In qualche caso la differenza di età superava i 30 anni, anche perché negli Over 40 c’erano parecchi che la cinquantina l’hanno superata. Come Ponzoni (54), Dal Seno (53), Solfrini (52) e Fantozzi (50). Quest’ultimo poi, ha avuto la ventura di giocare contro il figlio Alessio, 18 anni, che l’ha addirittura marcato. Una bella soddisfazione per un campione che a Livorno, la sua città, ha lasciato tanta nostalgia. La nazionale di Bucci è stata in cattedra dal primo all’ultimo minuto regalando frequenti sprazzi di bel gioco e riscuotendo consensi dal pubblico dimostrando entusiasmo, agonismo, collaborazione, generosità: i veri ragazzini sembravano loro, gli atleti dai capelli grigi, che in campo dimenticano acciacchi, stanchezza e preoccupazioni di un’età in cui le candeline cominciano a costare quasi come la torta. Tesori di esperienza – Gli azzurri, col fromboliere Capone in gran spolvero (top scorer con 21 punti alla fine) , sono partiti subito dando un distacco di una decina di punti ai giovani avversari. Nel secondo quarto i ragazzi livornesi hanno ridotto le distanze ed con la maggiore freschezza. La nazionale allora ha stretto i denti e ha finito per spuntarla E’ finita con venti punti di scarto. Anche perché gli azzurroni non hanno giocato al risparmio, e quando c’era da sputare sangue in difesa o da correre in contropiede, non si sono fatti pregare. I ragazzi di Calamai – La serata ha avuto momenti di grande umanità e anche di commozione quando nell’intervallo sono acesi in campo giocatori gravati da handicap prevalentemente neuro – psichici ai quali l’ottimo Marco Calamai regala – grazie al basket – la gioia di non sentirsi diversi, di misurarsi con gli altri e – soprattutto – con se stessi, di fare progressi preziosi. Orami sono più di venti i centri di basket di questo tipo, ispirati dal fiorentino Calamai e diffusi in tutta Italia. A Livorno questi ragazzi hanno avuto la soddisfazione di assaporare grandi applausi, tributati col cuore dal pubblico: quei canestri realizzati con mani malferme avevano lo stesso valore – se non maggiore – dei gesti atletici clamorosi e scintillanti di un Lebron James. Il pubblico lo ha capito e ha applaudito, col cuore in mano. Famiglia Coraggio Tutto questo è stato reso possibile dal Socialbasket, che a Livorno esiste grazie all’ associazione ‘Famiglia Coraggio’. L’incasso servirà a realizzare una tensostruttura per basket integrato dove possono giocare normodotati e diversamente abili. Ecco infine